Ultima modifica: 5 Maggio 2018

ABOLITE WHATSAPP

Lettera aperta ai genitori degli alunni dell’Istituto Comprensivo Rita Levi-Montalcini di Alzano Lombardo.

Lettera aperta ai genitori degli alunni dell’Istituto Comprensivo Rita Levi-Montalcini di Alzano Lombardo.

Carissimi,

penso che tutti voi abbiate letto sui giornali o sentito alla televisione la notizia che Facebook, in occasione dell’entrata in vigore del regolamento europeo sulla privacy a partire dal prossimo 25 maggio, metterà come limite i 16 anni per poter accedere al servizio di Whatsapp.

Potreste dire “Sì, ma su questo cosa c’entra la scuola?”. E in parte avreste ragione, in parte torto.

La scuola accoglie i vostri figli e accanto all’apprendimento di competenze disciplinari o settoriali cerca di sviluppare quelle competenze sociali, civiche e relazionali che rendono ogni alunno capace di orientarsi nella società e nei confronti degli altri in modo critico, rispettoso e collaborativo.

Per questo ad esempio, proprio in relazione alle nuove tecnologie, nelle “medie” svolgiamo attività come il “Diario di classe” per la gestione dei conflitti, il progetto Life Skills Training sugli stili di vita, gli incontri sulla sicurezza Internet e la prevenzione del cyber-bullismo, il corso di affettività e sessualità…

Eppure, nonostante tutto, i fenomeni di uso improprio degli smartphone diventano sempre più frequenti, sempre di più. E ci capita di osservare che gli strumenti social come WhatsApp diventano mezzi per interazioni “sbagliate”, con vittime, testimoni e persecutori in un quadro di relazioni negative. E le attenzioni o i numerosi interventi dei docenti non riescono a rompere queste catene.

Allora non possiamo essere indifferenti. Ma qui interviene il vostro ruolo genitoriale, di potestà e responsabilità.

Cosa mi piace della decisione di Facebook? Questa decisione costringe ogni genitore a decidere cosa fare. Se lo strumento di WhatsApp è utilizzabile dai 16 anni in su, adesso tocca a voi decidere se metterlo a disposizione dei vostri figli, se accettare il rischio di un uso improprio come possibile vittima o possibile persecutore o possibile testimone o collaboratore di comportamenti “sbagliati”.

E colpa di WhatsApp? Probabilmente no. Probabilmente conta più la fatica che ognuno di noi incontra nello svolgere il ruolo di educatore con attenzione e capacità di dare risposte alle richieste dei nostri figli.

Ma se non è colpa tutta di WhatsApp, dobbiamo però chiederci se WhatsApp serve a crescere, se è utile o indispensabile per un ragazzo di 7-8 anni o di 12-13 usare uno strumento social per socializzare “bene”, per costruire significative occasioni di relazione con gli altri.

E allora dovete decidere entro il 25 maggio, dovete decidere qual è il modello di crescita dei vostri figli che sono i nostri alunni. E non potete delegare ad altri questa scelta, nemmeno alla scuola.

Mark Zuckerberg, il proprietario di Facebook e Whatsapp, vi ha lasciato la patata bollente in mano.

Il mio è un semplice suggerimento.

Abolite WhatsApp e cercate di avere più tempo per parlare con i vostri figli. E lasciarne a loro per incontrare i loro amici dal vivo, connessi sul serio con gli altri e non sulla nuvola.

IL DIRIGENTE SCOLASTICO Prof. Claudio Cancelli

Alzano Lombardo, 5 maggio 2018

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