Ultima modifica: 15 Novembre 2015

Minuto di silenzio per le vittime della strage parigina

Oggetto: minuto di silenzio per le vittime della strage parigina.

Oggi lunedì 16/11 invito tutte le classi, il personale docente e non docente ad osservare un minuto di silenzio alle ore 11:00 per ricordare le vittime della strage parigina. Si aprano simbolicamente tutte le porte delle aule in questa occasione per sottolineare insieme la condivisione di questo istante.

In questa occasione, chiedo agli insegnanti presenti di sollecitare i nostri alunni ad una riflessione commentando i tragici eventi di venerdì sera.

Ogni possibilità di crescita educativa e di attività di orientamento chiede che la scuola, come comunità libera aperta e inclusiva, sappia fornire le coordinate di un sistema di valori per interpretare anche gli avvenimenti tragici di questi giorni, ritrovando le radici di un’umanità in questo momento spezzata ma capace di immaginare un destino diverso con la forza della libertà, del rispetto degli altri a partire dalla vita e della solidarietà.

I morti e i feriti di Parigi sono i nostri compagni, sono i nostri parenti, sono i nostri padri e i nostri figli. Il dolore per le vittime è il nostro dolore. Chi vuole negarci il futuro e distruggere la speranza del domani sarà sconfitto innanzitutto dal coraggio e dalla vitalità dei nostri ideali, dalla spinta culturale delle nostre società e dalla libera democrazia su cui vogliamo fondare la nostra attuale e futura convivenza. Giorno per giorno, in ogni momento, nella nostra piccola comunità scolastica siamo impegnati a costruire modelli di convivenza e di relazione che sostengano la fiducia di un mondo diverso da quello che ci viene rappresentato in questi giorni.

Come ha detto Enzo Bianchi, priore della comunità di Bose:

«Non c’è giustificazione né religiosa né umana» per simili atti, ha proclamato con voce rotta papa Francesco. Perché la religione non implica guerra e morte violenta, mentre la ragione umana è contraddetta alla radice dalla negazione dell’umanità del proprio simile. Rispondere da esseri umani e da credenti a gesti disumani e contrari alla religione implica allora il ripudio dell’«occhio per occhio» e il fondare i nostri gesti su ciò che è giusto e retto, su ciò che la dignità dell’uomo e la volontà di Dio mostrano al nostro intimo come fonte di shalom, di pace e vita piena. E non cedere alla logica della morte che invoca altra morte.

Si trasmette quanto dichiarato dal Ministro Giannini in merito ai tragici eventi di parigi.

Attacchi di Parigi, lunedì momento di riflessione

I gravissimi fatti di Parigi rappresentano un attacco al cuore dell’Europa senza precedenti. Un attacco al quale dobbiamo subito dare una riposta, innanzitutto educativa e culturale. ¿#PorteOuverte, Porta Aperta, è stata la parola d’ordine lanciata sui social network dai cittadini di Parigi subito dopo gli attacchi terroristici, per offrire un riparo a chi era in strada terrorizzato. Una reazione di grande civiltà e coraggio.

Porta Aperta deve essere anche la nostra risposta. Non possiamo restare indifferenti, paralizzati e chiuderci nelle nostre paure. Per questo, invito le scuole, le università, le istituzioni dell’Alta formazione artistica e musicale a dedicare, nella giornata di lunedì, un minuto di silenzio alle vittime della strage parigina e almeno un’ora alla riflessione sui fatti accaduti. Porte Aperte significa anche coinvolgere la cittadinanza, le famiglie.

Le nostre scuole, le nostre università, i nostri centri di ricerca sono il primo luogo dove l’orrore può essere sconfitto, a diversi livelli di consapevolezza, che resta l’antidoto più efficace di fronte alla violenza e a questa guerra senza frontiere e senza eserciti.
I nostri ragazzi hanno il diritto di sapere, di conoscere la storia, di capire da dove nasce ciò che stiamo vivendo in queste ore. Il nostro patrimonio di valori può essere difeso solo se le nuove generazioni sono aiutate ad uscire dall’indifferenza. Non possiamo cambiare ‘canale’ davanti a queste immagini di morte. Dobbiamo parlarne con i nostri studenti e aiutarli a capire che c’è e ci potrà sempre essere un principio di ricostruzione della nostra identità in cui credere e riconoscersi. E dobbiamo aiutarli a rifiutare, oggi più che mai, qualsiasi tentazione xenofoba o razzista. È già successo tante volte nella storia, siamo figli e nipoti di persone che hanno dato la vita per affermarlo. L’educazione è il primo spazio in cui riaffermare i nostri valori, le nostre radici, quindi la nostra libertà.
Grazie ragazzi, grazie insegnanti, professori e ricercatori per il vostro impegno e per la vostra testimonianza.

Firmato
Stefania Giannini

 

Il Dirigente Scolastico

Claudio Cancelli